Mudec – Museo delle Culture, Milano
20 novembre 2018 – 24 marzo 2019
Chiostro del Bramante, Roma
8 settembre 2020 – 11 aprile 2021
Gösta Serlachius Museum, Mänttä-Vilppula
14 maggio – 10 ottobre 2021
A cura di Gianni Mercurio/Madeinart
Banksy è uno degli artisti più famosi e controversi del panorama contemporaneo. La sua strategia del voler lavorare nell’ombra e non rivelare la propria identità anagrafica è una condizione necessaria e irrinunciabile per sfuggire a ogni tipo di controllo: sull’invisibilità Banksy ha costruito la sua popolarità. Noto soprattutto per i dipinti su strada, Banksy ha utilizzato diverse modalità per sviluppare la sua concezione dell’arte come protesta e disubbidienza al sistema. Nei soggetti dei murales, nei dipinti e nelle stampe l’artista inserisce sempre una nota apparentemente incongrua e spiazzante. Riesce così a catturare e calamitare l’attenzione e a indurci a osservare in maniera più approfondita ciò che abbiamo di fronte per comprenderne il significato. Ciò che conta per Banksy, in definitiva, non è tanto la forma quanto il messaggio; nonostante ciò, è riuscito a creare, a livello formale, un linguaggio personale immediatamente riconoscibile e multiculturale, grazie soprattutto all’impiego della tecnica dello stencil.
I suoi messaggi di protesta sono metafore sul mondo e sulla società in cui viviamo (la guerra, il conformismo, le migrazioni, il consumismo), che giungono dirette e colpiscono al cuore, soprattutto le giovani generazioni. Questa mostra è l’occasione per una riflessione su quale sia (e quale potrà essere) la collocazione dello street artist Banksy in un contesto più generale della storia dell’arte.